“Tanta gente innocente non può crescere, tanti bambini non hanno futuro. Qui vengono spesso i bambini ucraini a salutarmi, vengono dalla guerra. Nessuno di loro sorride, non sanno sorridere… La guerra è sempre una sconfitta, una sconfitta umana, non geografica”. Egli parla, evidentemente, a ragion veduta; probabilmente ha notizie che non vengono diffuse in questo periodo dai principali organi d’informazione; è in possesso di informazioni che certi canali diplomatici operano e stanno muovendosi sotto traccia.
Alla domanda dell’intervistatore, infatti: “C’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca. Risponde Papa Francesco: “E’ un’interpretazione. Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. Oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina, ce ne sono tanti. La Turchia, si è offerta. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa peggiori”. Ancora, “il negoziato non è mai una resa. E’ il coraggio per non portare il Paese al suicidio. Gli ucraini, con la storia che hanno, poveretti, gli ucraini al tempo di Stalin quanto hanno sofferto…”
Proviamo, dunque, ad estrapolare da queste dichiarazioni quello che il Pontefice molto probabilmente sa meglio e più di altri e cioè:1) che c’è la possibilità di negoziare, che ci sono Paesi che possono e vogliono farlo, solo che si dia loro il lasciar passare, sono tanti, ad iniziare dalla Turchia; 2) che la situazione è gravissima, molto più grave di quanto fosse mesi fa e di quello che i mezzi di comunicazioni occidentali ci dicono e ci fanno credere; 3) che se si va avanti, si rischia il suicidio di un intero popolo; 4) che bisogna dunque negoziare prima che la situazione peggiori ulteriormente e che ci siano ulteriori morti e sofferenze.
Se questa è la situazione del conflitto e se tutto questo corrisponde a verità, allora bisogna chiedersi come mai il Pontefice viene sistematicamente silenziato e perché la maggior parte dei governi europei continuano ad essere sordi ai suoi appelli ed, anzi, fanno esattamente il contrario di quanto egli chiede implorando e supplicando? E non solo per la guerra Russia/Ucraina, ma anche per la tragedia palestinese che gli procura dolore : ”Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra. Poi non c’è solo la guerra militare, c’è la “guerra-guerriglia”, diciamo così, di Hamas per esempio, un movimento che non è un esercito. E’ una brutta cosa – dice il Papa e per la quale invita a fare tesoro della storia – .guardiamo la storia, le guerre che noi abbiamo vissuto, tutte finiscono con l’accordo”. Il Pontefice bacchetta entrambi i contendenti, uno dei quali è Hamas ed, evidentemente, non i palestinesi.
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