UCRAINA. UCID: CATTOLICI SOSTENGANO IL PAPA IN RICERCA ACCORDO PACE

“Dispiace dirlo, ma il mondo cattolico non ha compreso fino in fondo la portata delle iniziative di pace sul fronte di guerra ucraina di Papa Francesco e non segue del tutto la linea, l’unica possibile, che non è quella dell’ideologismo pacifista fine a se stesso ma quella del realismo politico cristiano che il Santo Padre propone nella ricerca di una soluzione al conflitto”. Con queste parole il senatore Riccardo Pedrizzi, presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Ucid e Presidente del gruppo Lazio dell’Unione Cristiana Dirigenti e Imprenditori, ha concluso il convegno organizzato a Roma dall’Ucid Giovani di Roma su iniziativa del Vicepresidente Chrystopher Taglienti.

L’Ucid è un’associazione di persone che dal 1947 accoglie quanti, con ruolo di responsabilità, intendono impegnarsi a testimoniare con coerenza il messaggio evangelico e la Dottrina Sociale della Chiesa. Pedrizzi, a fine lavori, ha dato notizia di un documento di sostegno a Papa Francesco che l’associazione sottoporrà al mondo cattolico con l’impegno a unire tutte le forze “volenterose” nella ricerca di un terreno di dialogo.

Il convegno, aperto dal saluto del Presidente nazionale dell’Ucid Giovani, Benedetto Delle Site e che ha visto la partecipazione di Giorgio Gullenetti e Saverio d’Addato, rispettivamente presidente di Ucid Roma e Ucid Giovani Roma, con il generale Pietro Barbera e di Mario Mauro, ex ministro della Difesa, è stato chiuso dall’intervento di Pedrizzi, che ha analizzato lo scenario attuale e le prospettive di pace.

“La definizione di guerra giusta è una questione complessa e per i cattolici il riferimento non può che essere Papa Francesco, una voce nel deserto della ricera della pace, al momento, come ha sottolineato recentemente anche il Cardinale Parolin, in una intervista a Limes. E’ chiaro che il mondo si sta dividendo in blocchi, come dopo Yalta, i focolai di guerra sono tanti, anche nel Mediterraneo, e il ruolo degli Usa nei vari scacchieri è decisivo: sono nostri alleati, certo, ma non possiamo essere servi perché in molti casi gli obiettivi sono diversi rispetto a noi italiani ed europei. Il Papa, come ha sottolineato Parolin, al momento è l’unica autorità morale che ha centrato il punto, nel solco della Dottrina sociale della Chiesa, inquadrando il tema della guerra dal punto di vista antropologico, etico e teologico, facendo riferimento al peccato degli uomini, al Male che non si può eliminare nella natura umana e dunque rende inutili ragionamenti sull’eliminazione della guerra come elemento di conflitto sociale”

 “Il punto reale- prosegue Pedrizzi- è come conciliare la sovranità degli Stati con la ricerca della pace, ponendo alcune condizioni che rendono legittima la difesa con le armi. Come ha detto anche il cardinale Parolin, la guerra inizia nel cuore dell’uomo, ogni insulto sanguinoso allontana la pace e rende più difficile qualsiasi negoziato: il Papa lo ripete spesso nei suoi appelli, non basta che una delle parti proponga la pace o la ipotizzi in via unilaterale. La legittimazione morale della difesa armata nasce dai danni gravi e durevoli provocati da un nemico e soprattutto quando tutti gli altri mezzi per la risoluzione di un conflitto siano stati sperimentati. Questo dice la Dottrina sociale ed in particolare il Catechismo della Chiesa voluto da San Giovanni Paolo Secondo, e questo ha ripetuto il Papa recentemente in Ungheria, lanciando un appello al mondo a muoversi, a prendere iniziative. Siamo sicuri che tutti stiano facendo tutti gli sforzi possibili per la pace? E siamo sicuri che lasciare il proprio popolo esposto a un massacro sia sempre legittimo, anche in caso di aggressione criminale? Poi c’è il tema delle armi moderne, del nucleare, che rischia di non limitare il conflitto a un’area geografica. Ecco perché il Papa non pratica un pacifismo ideologico e di facciata, ma va ad analizzare le cause nel tentativo di cercare una mediazione vera:

per il Santo Padre non esistono Cappuccetto rosso e il lupo cattivo, ma due popoli, quello ucraino e russo, a cui parlare.

Ecco perché in più occasioni Francesco ha accusato la politica di avere come effetto quello di infiammare gli animi, anziché di risolvere i problemi e ha preso di petto la questione antropologica, che si gioca su un terreno sul quale è impossibile ogni forma di mediazione scegliendo il campo dei valori indisponibili. Ed è proprio per questo che i progressisti ed i cosiddetti ‘cattolici adulti’ con i loro grandi mezzi di informazione, in questa occasione, praticamente, lo hanno silenziato. Tutto questo sarà nel documento che sottoporrò al prossimo direttivo nazionale dell’Ucid per mettere nero su bianco il sostegno dei cattolici al Papa nel suo tentativo di negoziare una pace possibile ma forse non gradita a tutti”, ha concluso Pedrizzi.

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Dire Politica – 09/05/2023 – Prima parteSeconda Parte